Lavori alla diga di Montedoglio, false certificazioni sui rifiuti: area posta sotto sequestro

. Inserito in Cronaca

L'area della diga di Montedoglio interessata dai lavori dopo il crollo del settembre 2010, è stata posta sotto sequestro preventivo, unitamente a tre impianti della Valtiberina per gestione illecita di rifiuti speciali. Si ipotizzano i reati di gestione illecita di rifiuti speciali e di falso.

È l'esito di un'articolata indagine, tuttora in corso, condotta dai carabinieri forestali della stazione di Sansepolcro e del gruppo ambiente della Procura della Repubblica di Arezzo, coordinati  dal Pubblico Ministero Angela Masiello.

In particolare, le terre e rocce provenienti dagli scavi del citato scarico venivano sottratti dalla disciplina dei rifiuti mediante false certificazioni e destinati a finalità diverse da quelle previste e relativamente a due distinti impianti della Valtiberina che li immettevano nei propri cicli produttivi senza autorizzazione e in assenza di ogni tracciabilità ambientale. 

In ragione di ciò, i lavori presso la Diga sono stati parzialmente interrotti con il sequestro dell’area e di alcuni veicoli professionali all’interno della stessa. A seguito di questa indagine tre impianti sono stati sequestrati, due parzialmente e uno integralmente per reati in parte connessi e in parte no; in ordine a quest’ultimo aspetto, uno di questi aveva in giacenza 5000 metri cubi di sedimenti fluviali prelevati dal Fiume Tevere e trasferiti presso il proprio ciclo produttivo senza autorizzazione al trattamento dei rifiuti; il secondo superava del quadruplo il quantitativo autorizzato di rifiuti  da trattare e risultava inadempiente alle  prescrizioni dell’autorizzazione per la messa a norma del ciclo produttivo.

Particolare poi  il ruolo di una ditta che lavorava presso l’invaso a cui sono stati sequestrati per confisca  mezzi professionali poiché trasportava rifiuti senza autorizzazione.  Le indagini sono tutt’ora  in corso per identificare le varie responsabilità delle ditte che a vario titolo hanno operato nell’area della diga provvedendo a raccogliere e a movimentare i rifiuti. Il sequestro di parte dell’invaso, di proprietà demaniale, e’ stato eseguito nei confronti dell’ente proprietario, l'Ente Acque Umbre Toscane (Eaut), che si ritiene parte lesa dalle ditte operanti.

 

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