Il Servizio Civile nel mondo giovane della Misericordia di Arezzo

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Scegliere la Misericordia di Arezzo per svolgervi il proprio Servizio Civile ti fa entrare nel mondo più giovane dell’universo della solidarietà. Qui una testimonianza preziosa… "Non rimandare, non esitare oltre: fai domanda adesso". La presentazione delle richieste scade il 26 gennaio.

Praticare il Servizio Civile nella Misericordia di Arezzo è uno dei modi più diretti per entrare a far parte dell’universo giovani di quest’Associazione.

Rivolgendosi infatti a candidati che idealmente abbiano un’età tra i 18 e i 28 anni ed essendoci in questo Ente per il bando ora in corso ben 16 posti disponibili, ciò rappresenta uno dei più forti stimoli all’ampliamento di quella quota di giovani che già normalmente gravita intorno alle molteplici attività benefiche della Confraternita.

E stavolta scegliamo il modo più schietto e genuino per descrivervelo: ve lo facciamo raccontare da una giovanissima volontaria, rimasta tra le nostre file dopo il suo periodo di orientamento-alternanza scuola/lavoro, un’altra progettualità in qualche modo affine al Servizio Civile, nel senso che ne condivide i medesimi obiettivi di sensibilizzazione ai valori della cosiddetta “cittadinanza attiva”.

Qualche tempo fa lei ci ha mandato questo scritto, elaborato anche come articolo per il giornale della sua scuola superiore e, al contempo, per i nostri volontari e l’intera comunità:

«Solidarietà e aiuto sociale. In una parola: Misericordia!

Come si aiuta il prossimo? Beh, in tanti modi. Volete un esempio? L’Arciconfraternita della Misericordia. Alcuni di voi si chiederanno: “ma cos’è?” “cosa si fa lì?” Ve lo dico subito. Sicuramente non sono un’esperta, ma ormai è un mese che ne faccio parte anch’io e posso dirvi che è stata una delle scelte migliori che potessi prendere. Chi fa parte della Misericordia aiuta persone non fortunate come invece possiamo essere noi, voi, ma che versano in condizioni di particolare necessità. Io ho iniziato grazie alla scuola. Sapete tutti cos’è il PCTO, giusto? Tutto è incominciato con “vado lì due settimane per alternanza scuola-lavoro, faccio le mie ore e me ne vado”; non è andato tutto secondo i piani però. Una volta entrati in quel “vortice”, non se ne esce tanto facilmente; ci si innamora di questo “lavoro” e sì, tra virgolette perché quello che faccio io e la maggior parte delle persone che si trovano lì dentro lo fa per volontariato. Ovviamente ci sono anche i dipendenti, quelli che vengono pagati regolarmente, ma sono una minoranza; questo ci fa dunque capire quante persone con un cuore immenso ci sono. All’inizio si è un po’ spaesati, non si sa mai cosa fare, qualunque cosa fatta nel modo sbagliato potrebbe creare problemi al paziente; pian piano però si impara, le azioni diventano meccaniche. Con tutto ciò vi chiederete: “ma cosa si fa alla Misericordia nello specifico?” Sicuramente non bastano due righe per spiegarlo al meglio, ma ci posso provare. Principalmente si parla di servizi nel sociale e di emergenze: quando si tratta di quest’ultime tutti voi saprete cosa si intende, qualcuno si è sentito male, chiama il 118 e arrivano a soccorrere i ragazzi della Misericordia. Loro hanno un compito, ovvero tenere in vita il paziente fino all’arrivo in ospedale. Poi c’è il sociale: fondamentalmente noi trasportiamo con i pulmini i pazienti da casa all’ospedale o comunque verso strutture socio-sanitarie; inoltre vengono distribuiti i pacchi alimentari a chi, purtroppo, non ha grandi possibilità economiche. Successivamente si parla di dimissioni, come già si capisce dalla parola, in questi casi con l’ambulanza riportiamo nelle loro abitazioni i degenti dell’ospedale. I servizi principali sono questi, ma ovviamente alla Misericordia c’è anche altro: è come se fosse una grande famiglia, si conoscono tante persone diverse tra di loro, si parla, si scherza, c’è sempre qualcuno a disposizione e non è poi così tanto scontato. Posso assicurare che è bello fare la volontaria alla Misericordia quando una signora con il cancro, sotto chemioterapia ti dice che la tua risata è la cosa più bella che ti contraddistingue e in quei casi ti si stringe il cuore. È bello fare la volontaria alla Misericordia perché ti senti amata da persone che non conosci e che stanno male. È bello fare la volontaria alla Misericordia perché ti apre gli occhi su quello che è davvero la vita. È bello fare la volontaria alla Misericordia perché ti rendi conto di quanto si è fortunati rispetto a quelle persone, nonostante ognuno a casa abbia i suoi problemi. Nessuno nega che non sia faticoso o che non sia triste quando si vedono persone stare davvero male, ma posso dirvi questo: “fino a qualche mese fa tutto ciò che comprendeva gli ospedali, le ambulanze e le persone malate non faceva per me, mi faceva stare male; adesso, invece, non riuscirei a farne a meno”. Questo perché più si aiutano le persone che ne hanno bisogno e più si sta bene con noi stessi; in fin dei conti è un aiuto reciproco, inconsapevole da parte dei pazienti. Per questo io invito tutti coloro che sanno di potercela fare, di provare, di aprire gli occhi e vedere che non c’è solo lo shopping o il pallone per giocare a calcio, vedere quello che davvero è la Misericordia e la vita soprattutto. Io voglio ringraziare la Misericordia di Arezzo per averlo fatto con me. (Giulia…da pochissimo diciottenne!)»

Vi ricordiamo che a questo link del nostro primo articolo, in cui si annunciava l’uscita del nuovo bando per il Servizio Civile, trovate tutte le istruzioni per inoltrare la domanda, anche con l’eventuale assistenza dei nostri ufficihttps://www.misericordiaarezzo.it/flat/page.asp?az=vwp&IdPag=646&IdCat=26 .

Infine, nel  sito www.misericordiaarezzo.it alla sezione Servizio Civile trovate tutta la documentazione scaricabile e stampabile.

Tags: EF-B Misericordia Misericordia di Arezzo

Romano Barluzzi

Romano Barluzzi

Highlander dalle molte vite, tra cui ne spiccano due - da tecnico sociosanitario e da istruttore subacqueo - coltivo con inguaribile curiosità la passione per i mestieri più a rischio d'estinguersi, perciò mi ostino a fare il giornalista.