L'Odissea di Elisa: Erasmus in Estonia, ma bloccata in Polonia dal coronavirus

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Elisa Martini, classe 1996, è una studentessa aretina. Sta svolgendo l'ultimo anno di magistrale del corso di laurea in traduzione e interpretariato all'Università per gli Stranieri di Perugia e si trova in Erasmus a Tallinn, dove studia russo. Decide di raccontare ad Arezzo24 la sua storia, scandita dalle chiamate in uscita verso le autorità competenti.

Elisa fa parte della generazione Erasmus, quella che normalmente non conosce confini e che oggi si trova bloccata nei vari Paesi europei. Al momento studia a Tallinn, Estonia. "I media in Estonia parlavano del coronavirus come di un problema lontano dal loro Paese, la vita di tutti i giorni si svolgeva tranquillamente, tutto era aperto. Immaginavo che le cose si sarebbero complicate velocemente e così, sapendo che mio padre sarebbe stato in Polonia per lavoro, il 13 marzo ho preso un volo per Danzica, alle 4 di notte. Sapevo che in ogni caso avrei avuto due opzioni: tornare a Tallinn o rimanere con mio padre se le cose fossero peggiorate".

Il 12 marzo in tarda serata l'Estonia dichiara lo stato di emergenza ma non chiude i confini. Elisa è già in aeroporto e l'università di Tallinn le comunicherà la chiusura solamente l'indomani. "È successo tutto in una notte, non è stato graduale come in Italia", racconta Elisa. Al contempo, dopo il suo arrivo a Danzica, la Polonia decide di chiudere i confini: oltre 300 casi di COVID-19 registrati ad oggi.

Giulia: Com'è adesso la situazione in Polonia?

Elisa Martini: Qua è tutto chiuso adesso, si può solo uscire per fare una passeggiata e per fare la spesa, la maggior parte dei polacchi comunque rimane chiusa in casa. Qui ufficialmente si parla di 300 malati e, nota bene, malati, non infetti.

Giulia: Quale sarà il prossimo passo?

Elisa Martini: Potrei tornare a Tallinn visto che ho il domicilio là ma, vista la situazione, preferirei tornare in Italia con mio padre. Lui è arrivato a Danzica in macchina e pensavamo di muoverci con questa.

Giulia: Chi avete contattato per capire come rimpatriare?

Elisa Martini: Abbiamo chiamato l'ambasciata, la Farnesina e l'Unità di Crisi. Abbiamo contattato tutte le ambasciate dei territori da dove saremmo dovuti passare per raggiungere l'Italia: ad oggi si può tornare dall'Italia passando dalla Germania e dall'Austria. Dico ad oggi perché ogni giorno le disposizioni cambiano. L'Unità di Crisi ci ha detto che stanno organizzando dei voli con Alitalia per riportare in Italia coloro che desiderano rimpatriare. Per noi sarebbe meglio tornare in macchina, non solo per non doverla lasciare in Polonia ma anche per la relativa sicurezza sanitaria che sarebbe sicuramente inferiore in un aeroporto. La difficoltà che al momento si profila per l'utilizzo della macchina è il tempo di attesa: si stimano 20 ore di attesa alla frontiera. Controllano febbre, documenti, certificazioni. Stavamo pensando di aspettare 2-3 giorni per vedere se il flusso di uscita dovesse diminuire. Ad ogni modo il nostro hotel chiude lunedì, quindi dovremo necessariamente andarcene. Al momento stiamo entrambi bene e, ovviamente, se riusciremo a tornare ci metteremo subito in quarantena e seguiremo tutte le indicazioni del Ministero della Salute.

Tags: EF-A Erasmus Coronavirus

Giulia Senesi

Giulia Senesi

Laureata in Filologia, Letteratura e Storia dell’antichità. Sono una grande amante di viaggi e cinema; parlo inglese, spagnolo e un po’ di tedesco. Credo che la scrittura abbia un effetto catartico.