Questa non è l'Antiquaria: coronavirus e maltempo, diaspora espositori. Comanducci: "Deprimente"

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Quanti stamattina sono usciti di casa confidando nella classica domenica aretina dedicata all'antiquariato, hanno trovato un centro storico molto diverso dalle loro attese. Marcello Comanducci: "Deprimente e umiliante vedere la fuga di tutti".

Secondo i venditori l'inquietudine per l'epidemia di COVID-19 che ha acceso focolai in varie parti d'Italia ha colpito duramente la terza Fiera dell'anno, riducendo in modo drastico il numero di visitatori. Le condizioni meteo avverse hanno fatto il resto. Fuggi fuggi generale da parte dei banchisti, zona Duomo deserta. 

Questa NON È la Fiera Antiquaria. L'impressione che qualcosa non quadri prende campo fin dal tratto di Corso Italia all'altezza del Bar Pasticceria Stefano: piazzole vuote, gazebo chiusi, i tavoli e la merce coperti con teli impermeabili. Tutto serrato o giù di lì.

Una delle espositrici ancora presenti stamattina spiega che tanti se ne sono andati a causa dell'uragano di cui parlano le previsioni. In tarda mattinata comincia a piovigginare, il cielo non è dei migliori ma tira vento, soprattutto in via Ricasoli e in piazza della Libertà. Le folate rischiavano di sollevare in aria le strutture protettive dei banchi, anche gli oggetti esposti erano a pericolo caduta. Quando se ne è andato il primo della fila, i venditori a fianco si sono trovati ad affrontare lo stesso disagio. Effetto domino, strada vuota.

In Piazza Grande la desolazione aumenta di una tacca. Chi ha allestito qualche ora fa la propria piazzola ora sistema la merce per lasciare la manifestazione; alcuni furgoni sono già mezzi pieni. "Già ieri il centro della piazza era quasi vuoto. Poco fa si sono messi davanti al mio banco con i mezzi per caricare, ero circondata. Allora che senso ha che sto qui? Bisognerebbe mettersi d'accordo e fare tutti allo stesso modo", dice una signora in attesa che qualcuno le porti il veicolo per andarsene insieme alla sua mercanzia. La colpa della carenza di pubblico per lei va ricercata nella preoccupazione collettiva targata coronavirus.

Mobili, statue, oggettistica e pezzi di arredamento sono accatastati a mo' di esodo più amaro che semplicemente rassegnato. Qualcuno tiene il banco normalmente "apparecchiato". La scelta di non abbandonare la posizione crea intorno ai pochi irriducibili un'aura vagamente eroica. Un venditore menziona una grande crisi di settore, ma pensa che il mercato di Arezzo sia diventata "uno schifo": l'antiquario si lamenta della scomparsa di benefit rispetto al passato (compresi i giornali gratis per i banchisti sia il sabato che la domenica), dei parcheggi blu a pagamento il primo weekend del mese, di una scarsa trasparenza da parte del Comune sulla possibilità di rateizzare i pagamenti per i partecipanti. A detta sua ieri ci sono state discussioni nella parte alta del centro storico tra espositori e Polizia Municipale. Davanti a un pubblico-fantasma molti volevano levare le tende in anticipo rispetto all'orario previsto per l'accesso con i furgoni nelle vie dedicate alla Fiera, ma i vigili avrebbero risposto picche. Qualcuno parla di verbali a iosa, altri smentiscono o si stringono nelle spalle.

In una specie di variante aretina del dilemma dell'uovo e della gallina, parlando con i commercianti sembra che a monte di tutto ci sia la rinuncia da parte dei visitatori. Hanno partecipato anche venditori dalle regioni più segnate dai focolai (Veneto, Lombardia), ma a causa della circolare emanata dal sindaco Alessandro Ghinelli questo fine settimana vigeva lo stop ai commercianti provenienti dalle zone rosse e l'indicazione alle strutture ricettive di non ospitare chi arrivava dai comuni in quarantena; eventualmente, in caso di accoglienza di questa categoria di soggiornanti, era necessario informare gli organi competenti. "Anche ieri non c'era nessuno", ribadiscono più espositori. Comprensibile che tanti abbiano mollato la presa? Dipende dai punti di vista. L'assessore Marcello Comanducci commenta con durezza la piega presa dall'edizione di marzo tramite un post su Facebook: "Se penso ai rischi e alle responsabilità che si è assunto il sindaco Ghinelli per non interrompere la Fiera e far lavorare gli antiquari in un periodo come questo, dove ogni passo falso lo paghi pesantemente, vedere la fuga di tutti è veramente deprimente e umiliante. Grazie di cuore a chi è rimasto a fare il suo dovere. Questa è la fiera per chi oggi verrà a visitarla".

Tags: Fiera Antiquaria Marcello Comanducci Coronavirus

Bianca Sestini

Bianca Sestini

Sono laureata in giurisprudenza e ho concluso il praticantato presso la Scuola di Giornalismo "Massimo Baldini" della Luiss di Roma. Parlo Inglese e un po' di Francese. Sono appassionata di fotografia, documentari e podcast della Bbc. Società, viaggi, cultura e scienza sono le aree che sono più curiosa di esplorare.