Il papa guerriero. Giuliano della Rovere e gli uomini d'arme di Anghiari Ar24Tv

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Tutte le domeniche alle ore 11.00 visite accompagnate gratuite alla mostra "Il papa guerriero. Giuliano della Rovere e gli uomini d'arme di Anghiari". Questa mostra, che fa seguito all’altra aperta nel 2021 dal titolo “La civiltà delle armi e le corti del Rinascimento”, continua a proporre nuove storie sugli uomini d’arme, ceto sociale che contraddistingue Anghiari fra Quattrocento e Cinquecento. Le opere provenienti da Le Gallerie degli Uffizi sono significative per raccontare quel periodo e per descrivere il successo dell’idea leonardesca nella rappresentazione delle battaglie di cavalleria.

L’inedito legame fra Giulio II, il “Papa Guerriero”, con la cittadina toscana degli uomini d’arme, Anghiari, è al centro della terza mostra di Terre degli Uffizi nel 2022, un progetto di Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi che sviluppa i rispettivi programmi Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei, inteso a valorizzare il patrimonio artistico regionale portando le opere in vari centri toscani. La mostra, intitolata ‘Il Papa Guerriero Giuliano della Rovere e gli uomini d’arme di Anghiari’, fa seguito a quella tenuta l’anno scorso, sempre nell’ambito di Terre degli Uffizi, (in quel caso il titolo era ‘La Civiltà delle Armi e le corti del Rinascimento’). Quest’anno vengono proposte nuove storie e scoperte sugli uomini d’arme, ceto sociale che contraddistingue Anghiari fra Quattrocento e Cinquecento.  

La grande novità riguarda le relazioni di Giuliano della Rovere (futuro papa Giulio II) con Anghiari, dove nell’ottobre del 1476 venne ospitato da un uomo d’armi del borgo toscano che risponde al nome di Mazzone di Gregorio. La famiglia di quest’ultimo era una delle più influenti del notabilato anghiarese fra ‘400 e ‘500 e già aveva ricevuto ad Anghiari Federico da Montefeltro e membri della corte urbinate. In seguito Mazzone, in virtù di questa vicinanza con il “Papa guerriero”, fu nominato “Bartolomeo Valentino Mazzoni d’Anghiari” e non solo ammesso dal Della Rovere fra gli “amici, familiari e comensali”, ma anche esentato da tutte le “gabelle e passi di qualsivoglia luogo per tutte le robbe: i libri, argenti et altro per uso della persona sua”.  

La mostra, a cura del direttore del Museo Gabriele Mazzi, vede protagonista un ritratto di Giulio II prestato dagli Uffizi, copia attribuita a Giulio Romano dal famoso ritratto del pontefice realizzato da Raffaello. Quel dipinto ebbe fin da subito un tale successo che ne vennero fatte numerose repliche e copie, tra le quali una di Tiziano a Palazzo Pitti a Firenze, una alla Galleria Borghese di Roma e un’altra allo Städel Museum di Francoforte. Giulio II è ritratto fra l’ottobre/dicembre 1510 e il marzo 1512, in un momento di forte debilitazione fisica, quando giurò di farsi crescere la barba fino a quando i francesi non fossero sconfitti. Malgrado si trattasse di un ritratto di Stato, il “papa guerriero”, che si meritò il soprannome per le sue frequenti campagne militari, venne dipinto da Raffaello come un uomo stanco e preoccupato, in un’immagine di sorprendente acume psicologico, che venne esposta dopo la morte il 12 dicembre 1513 nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. 

Sempre dalle Gallerie degli Uffizi arrivano anche due opere di Antonio Tempesta che attestano il successo delle teorie e dei disegni di Leonardo per battaglie di cavalleria.  

Tra queste, l’incisione di Gérard Edelinck nel Museo della Battaglia e di Anghiari, tratta dal cartone vinciano per Palazzo Vecchio, è la più importante testimonianza. 

Gli uomini d’arme anghiaresi vissuti nel Quattrocento hanno avuto importanti contatti con gli ambienti italiani più colti e all’avanguardia del periodo, rivelando una situazione sorprendente rispetto a quanto si conosceva. Questi personaggi infatti investono nel proprio prestigio al pari dei loro più illustri omologhi: attraverso di loro il paese si riscatta da centro rurale e diventa una piccola corte rinascimentale. Le notizie d’archivio ci conducono a riflettere sull’effettivo apporto di questa gente d’armi nella vita di Anghiari. Sembra che essi furono tra i pochi, al tempo, in grado di elevare il livello culturale del borgo fortificato, prestando il proprio aiuto nell’organizzazione dei cantieri di opere fortificate ancora oggi visibili e di importanti edifici religiosi, patrocinando cappelle e sepolture per sé stessi e le proprie famiglie, commissionando opere d’arte nella vicina Firenze, perseguendo prestigiose politiche matrimoniali. Questo singolare contesto storico di Anghiari è un caso unico in Italia, che oggi permette alla cittadina di avere relazioni con i più prestigiosi musei e centri di ricerca d’Italia. 

Visite accompagnate gratuite alla mostra "Il papa guerriero. Giuliano della Rovere e gli uomini d'arme di Anghiari".

La storia e l'arte degli uomini d'arme di Anghiari del Quattrocento.

Fino al 25 settembre 2022 tutte le domeniche alle ore 11.00 presso il Museo della Battaglia e di Anghiari

L'unico museo che celebra e racconta la Battaglia di Anghiari e il dipinto perduto di Leonardo Da Vinci, assieme alla storia di questo antico borgo di Toscana.

Museo della Battaglia e di Anghiari

Piazza Mameli, 1-2

52031 Anghiari (AR), Toscana

Tel. +39 0575 787023

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